Andy Paiko è un artista nato nel 1977 in California, anche se oggi il suo laboratorio si trova a Portland, nell’Oregon. Il materiale con cui lavora è il vetro; ma probabilmente, di fronte alle sue opere, perfino il più esperto maestro vetraio di Murano non potrebbe impedirsi di rimanere meravigliato.
Per lui, quand’era un giovane studente d’arte, l’incontro con il vetro avvenne quasi per caso; dopo aver raggiunto una discreta esperienza, mostrò con orgoglio i recipienti e i bicchieri che aveva prodotto al suo insegnante, che però invece di lodare la sua tecnica gli rivolse una semplice domanda: “Credi davvero che il mondo abbia bisogno di altri vasi?”.
Fu così che Paiko cominciò a cercare una propria voce, un modo esclusivamente suo di utilizzare questo materiale duttile e affascinante. Il vetro sarebbe diventato il mezzo per esprimere il suo mondo interiore.
Appassionato di storia della scienza e della tecnica, Andy oggi persegue un inedito connubio fra queste materie e la ialurgia: un suo celebre pezzo è un sismografo funzionante, quasi interamente costituito di vetro. Per costruire un arcolaio, composto da centinaia di parti singole, Paiko ne ha studiato per mesi i componenti e la struttura. Fra i suoi prossimi progetti, la costruzione di una bicicletta in vetro su cui si possa pedalare davvero.
Un altro interesse di Paiko è la tassonomia, e diverse opere testimoniano il suo amore per la catalogazione; eppure, vedendo il risultato dei suoi lavori che includono parti organiche, non si può non pensare che si tratti anche di un elaborato omaggio ai resti animali e vegetali esposti, una sorta di etereo mausoleo che ne valorizza e sottolinea, con la sua bellezza raffinata, le forme naturali.
Le conchiglie sembrano integrarsi come una viva escrescenza nella struttura in vetro; le spine dorsali di coyote o di cervo, talvolta placcate in oro, continuano e prolungano la fantasia delle spire trasparenti che le salvaguardano come fossero preziose reliquie.
Con il tempo l’artista ha saputo creare uno stile immediatamente riconoscibile, un gusto e un’abilità sorprendenti nello sfruttare i giochi della luce, che si insinua e si rifrange nelle sue composizioni. Infatti Andy Paiko non soffia semplicemente il vetro, ma utilizza tecniche miste. Lo sagoma, lo stampa, lo taglia, lo manipola alla fiamma, lo colora, in una continua ricerca per nuove sfumature d’espressione. Lavorare il vetro, in fondo, è una sorta di alchimia che unisce la terra, il fuoco, l’acqua, e la luce in una sola opera. A questi, Paiko è capace di aggiungere altri due elementi: l’ammirazione per la vita naturale, e per l’ingegno umano.
Ecco il sito ufficiale dell’artista.